Nell’attesa di capire bene che fine faranno le trattative per l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa Unita, nel mentre stanno nascendo nuove alleanze e possibili accordi futuri per il commercio e forse qualcosa in più.
Fino a poco tempo fa, pochi al di fuori della comunità dei servizi segreti avevano sentito parlare dell’alleanza dei “five eyes” di:
- Stati Uniti
- Canada
- Regno Unito
- Australia
- Nuova Zelanda
Ma da quando la Gran Bretagna ha lasciato l’Unione Europea il 31 gennaio, nell’attesa di capire quali saranno gli sviluppi definitivi, è stato suggerito che questi Paesi, che già cooperano profondamente sulla difesa e l’intelligence, potrebbero costituire la base di un nuovo potente blocco commerciale.
A volte conosciuti come l’Anglosfera, a causa del loro uso comune della lingua inglese, queste cinque nazioni sono tutte economie avanzate con stabilità politica e stato di diritto.
Forse la cosa migliore, dal punto di vista britannico, è che, a differenza dell’UE, non hanno alcuna ambizione, per quanto si sappia, di creare una moneta comune. Il che è probabilmente una buona cosa, date le prestazioni divergenti tra le cinque denominazioni nei loro tassi di cambio rispetto all’euro.
Prestazioni da altalena
Sia gli Stati Uniti che il Regno Unito hanno registrato nell’ultimo anno performance contrastanti rispetto alla moneta unica. Il dollaro è attualmente scambiato a 1,1206 euro, essendo stato a 1,09 euro un mese fa, il 22 maggio, e di 1,073 euro tre mesi fa, il 23 marzo.
Un anno fa, il 24 giugno 2019, si attestava a 1,1398 euro, quindi il livello odierno è un po’ più basso di questo ma, nel frattempo, l’andamento è stato molto ondulatorio e ha visto superare anche il limite di 1,14.
La sterlina ha perso terreno negli ultimi 12 mesi, passando da 0,8948 euro il 25 giugno 2019 a 0,931 euro il 23 marzo, per poi tornare a 0,896 euro il 22 maggio e ora a 0,9024 euro.
Le altre tre valute, invece, sono rimaste stabili rispetto all’euro. Il dollaro canadese è attualmente allo stesso livello del 22 giugno 2019, 0,66 euro, essendo stato di 0,64 euro il 23 marzo e di 0,65 euro il 22 maggio.
Il dollaro australiano si è attestato a 0,61 euro il 23 giugno 2019, lo stesso livello di oggi. Il 24 marzo era sceso a 0,55 euro e il 22 maggio valeva 0,60 euro.
Analogamente, il dollaro neozelandese è stato scambiato a 0,58 euro il 22 giugno 2019, come avviene oggi. È passato di mano a 0,53 euro il 23 marzo e a 0,56 euro il 22 maggio.
Più in comune che non in comune
La divergenza valutaria tra queste cinque economie non è una novità.
Ma le somiglianze tra i Paesi dei “five eyes” sono, per certi versi, maggiori delle differenze. Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti sono membri del Gruppo delle Sette nazioni leader (G7), e tutti più l’Australia sono membri del Gruppo delle 20 principali economie (G20). Tutti utilizzano il sistema legale inglese, con l’eccezione del Quebec in Canada e della Scozia nel Regno Unito, e tutti condividono ampiamente il credo nelle economie di mercato, nelle elezioni democratiche e nel commercio internazionale basato su regole.
Tuttavia, non aspettatevi a breve un’unione monetaria o addirittura tassi di cambio fissi. Dopotutto, sono il genere di cose da cui la Gran Bretagna si sta allontanando.