Chi lavora sul Forex, soprattutto sul Fiber, vede la Brexit con paura poiché si potrebbe trasformare facilmente in un incubo.
Cosa è il Brexit o il referendum britannico
Innanzitutto, per chi fosse stato sulla luna negli ultimi 6 mesi, la Brexit nasce dal referendum britannico con il quale si chiede ai sudditi della Regina se vogliono rimanere nell’Europa Unita oppure no. Non si vota per l’euro, anche perché gli inglesi non l’hanno mai voluta la moneta unica, ma solo per la permanenza nell’Europa dei 28.
Qual è la fotografia a oggi
Ovviamente le aziende che hanno una qualche attività nel Regno Unito, ma anche le aziende che hanno la sede principale sotto la corona della Regina, stanno spostando liquidità fuori dall’isola. Così facendo la sterlina si sta svalutando a favore di altre monete.
Posto che la linea rossa è il Dollaro, quella blu è l’Euro e quella verde è la Sterlina, appare lampante come ci sia stato un fiume di soldi che sono andati via dalla Gran Bretagna e ovviamente la Sterlina ne risente.
La vendita di Sterline ha rafforzato sia l’Euro che il Dollaro, e questi due sono, all’incirca, al pareggio anche per altri motivi (non dimentichiamo che le politiche monetarie delle due banche centrali, FED e BCE, stanno differenziamo di molto).
In realtà, qui vanno distinti due casi: lasciando da parte per un attimo il mercato retail, che ovviamente non sposta tutto questo capitale, e chi sta facendo operazioni spregiudicate sulle monete, ci sono due tipologie di strutture/aziende che spostano i loro soldi fuori dalla City.
La prima tipologia è quella delle aziende europee che ovviamente, facendo i bilanci finali in euro, ne approfittano per far rientrare i capitali alla casa madre.
La seconda tipologia sono le aziende americane che negli anni passati hanno messo le loro sedi in Gran Bretagna e ovviamente, queste, se possono, riportano tutto in dollari.
Infine c’è un terzo gruppo che sono le banche e i sistemi finanzari, che però fanno anche giochi sulle monete e certamente non hanno problemi nello spostare capitali.
Oltre a queste aziende che spostano i soldi fuori dalla Gran Bretagna, ci sono anche aziende con il passaporto americano, che operano in Europa e che stanno vendendo euro per acquistare dollari.
E guardando ai dati e alle tendenze di movimento tra EURUSD, considerando che questo ha toccato il massimo di 1,16 ad aprile e che oggi scambia sui minimi di 1,11 si capisce bene come le aziende abbiano fatto bene a far rientrare i capitali in dollari e allo stesso tempo come, le stesse aziende, hanno contribuito a questa svalutazione dell’euro.
Impatto del referendum sull’Europa
Anche se il referendum si svolge in Gran Bretagna, comunque ci sono anche impatti sull’intera Europa; infatti gli inglesi sarebbero i primi a uscire dall’Europa e non esiste un precedente da poter analizzare. Questo crea instabilità anche nel vecchio continente poiché c’è la paura che, se il Regno Unito dovesse fare il primo passo, potrebbe essere seguito da altre nazioni.
Per esempio, il blocco più a est, come la Polonia o l’Estonia, potrebbe essere interessato a uscire dall’Europa e già sono stati dati i primi segnali negativi.
Allo stesso tempo ci sono i partiti anti Euro che stanno crescendo nelle rispettive nazioni. Un esempio a noi vicino è Beppe Grillo, ma anche Matteo Salvini.
Andando un po’ più lontano possiamo prendere il caso di Marine Le Pen con il suo Front National in Francia; oppure i socialisti di sinistra di Podemos in Spagna; ma anche lo stesso Tsipras, in caso di fuori uscita del Regno Unito potrebbe tornare alla carica.
Insomma, anche in Europa la situazione è tesa e c’è chi spinge per uscire. Con questo clima, andare al referendum, non è bello per l’economia.
Cosa succede senza Brexit
Partiamo dallo scenario “migliore”, cioè lo status quo: la Gran Bretagna rimane nell’Europa Unita.
In questo caso le rispettive banche centrali dormiranno sonni tranquilli; si allontanano gli scenari apocalittici e le varie aziende/banche riporteranno lentamente i loro capitali in UK.
In questo caso, soprattutto nei primi giorni, ci sarà molta liquidità sul fiber e su tutto il forex ma tenderà ad appiattirsi dopo pochi giorni riportando tutto nella condizione attuale.
Ovviamente i capitali dovranno rientrare, quindi la sterlina, nei prossimi 4/6 mesi, potrebbe avere un trend rialzista.
Tornando al nostro fiber, sull’EURUSD vedremo delle grosse oscillazioni al mercoledì e nel fine di questa settimana; ciò sarà dovuto ai relativi cambi cable (sterlina / dollaro) e euro/sterlina che incideranno anche sul cross tra europa e USA.
In caso di conferma del Regno Unito all’interno dei confini europei, è molto probabile che vedremo l’EURUSD schizzare in su, probabilmente al massimo della flag che si è creata sul mensile, quindi a quota 1,17.
Come si può notare, infatti, è da novembre 2015 che è in atto una tendenza ancora non violata, con il cambio in risalita. Per questo mese il massimo è nell’intorno di 1,17 e in caso di Brexin potrebbe essere raggiunto.
Nel tempo, invece, la tendenza dovrebbe essere differente e si potrebbe rientrare nella normalità, anche perché la FED nell’intervento di giugno 2016 ha confermato che per il 2016 sono previsti 2 innalzamenti del costo del denaro; invece la BCE non ha intenzione di alzare i tassi prima del 2017 inoltrato, e comunque non prima che l’inflazione si avvicini al 2%.
Cosa succede con la Brexit
Qui, con questa ipotesi, entriamo nel reame dell’immaginazione; non perché non si sia già ipotizzato cosa potrebbe succedere ma semplicemente perché sarebbe la prima volta e nessuno veramente può dire cosa succederà.
Certamente l’Europa intera ne uscirebbe più debole; ci sarebbe una fuga di sterline ulteriore e certamente non verrebbero messe nell’euro che segnerebbe certamente delle crepe.
Il rifugio per eccellenza in questo caso sarebbe il dollaro e quindi è immaginabile che il cambio EURUSD crolli ben sotto i 1,10, probabilmente anche sotto 1,07 e potrebbe andare ad aggiornare i minimi degli ultimi anni a 1,05.
Ma al di là del movimento di breve periodo, nel medio / lungo periodo entrerebbero in funzione una serie di protezioni che dovrebbero scongiurare un collasso dell’intera economia europea.
Partiamo da oltre oceano: la FED certamente non ha intenzione di avere a che fare con un super dollaro poiché questo svantaggerebbe l’export, favorirebbe l’import (da Cina ed Europa) e quindi farebbe crollare il lavoro interno, con disastri sul PIL nel medio periodo.
Questo la Yellen e il board della FED lo sa bene ed ecco perché l’aumento dei tassi non è arrivato nei giorni scorsi; se proprio ci sarà a breve sarà nella riunione del FOMC di luglio; ma in caso di assenza di Brexit.
Proprio perché alla FED hanno già studiato l’ipotesi Brexit, e considerando che Draghi e Yellen sembrano avere un buon rapporto, anche per salvare le due economie più potenti al mondo (escludendo la Cina) è stato già anticipato che in caso di fuori uscita del Regno Unito dall’Europa (anche) dall’America arriveranno strumenti eccezionali in grado di mantenere sotto controllo il cambio.
Questi strumenti altro non sono che il calo del tasso di interesse, così da rendere meno conveniente tenere dollari contro euro e spingere consumatori e investitori verso la moneta unica europea.
Questo certamente non basterà poiché chi vorrebbe avere una moneta che rischia di “scomparire” tra qualche anno? Quindi è probabile che vedremo i fuochi d’artificio da parte di tutto il mondo per livellare i cambi.
La stessa BOE (Bank of England) potrebbe intervenire alzando i tassi di interesse per riuscire a riattirare parte di quelle sterline perse. Questo potrebbe portare ancora più svantaggio all’Euro e potremmo essere nella curiosa situazione inversa rispetto a oggi: la BCE che alza i tassi per riattirare moneta, seguita a ruota dalla banca centrale inglese, e a sua volta FED e BOJ (banca centrale giapponese) con i tassi al minimi per respingere questo fiume di moneta.
Insomma, sia nell’immediato che nei mesi successivi, potrebbe essere un bel mercato liquido con alti e bassi da montagne russe.
Ovviamente nell’immediato sarebbe solo un effetto psicologico, perché politicamente dal minuto dopo della Brexit non cambierebbe nulla; anzi, probabilmente ci vorrà un periodo di transizione di qualche anno prima che la regina sia completamente fuori dall’Europa. Inoltre, se il Regno Unito dovesse trovare un accordo sul modello Svizzero per poter collaborare con la UE, rispetto a oggi a livello economico non si avrebbe quasi nessun cambio. L’unica vera modifica, per i britannici, sarà politica.
Come detto non sarà lo stesso per gli europei che vedranno sempre più presente l’ombra del completo fallimento del progetto di unione.
Gli unici a poter disturbare gli inglesi saranno gli scozzesi poiché hanno già dichiarato che in caso di Brexit loro avrebbero un referendum per decidere se rimanere oppure no.
Chissà che anche il Galles non decida, come la Scozia, di indire un referendum per rimanere; in tal caso ci sarebbe, per la prima volta nella storia, la caduta della Gran Bretagna, con ogni nazione che decide per sé.
Probabilità di Brexit
I rapporti nelle case di affari si susseguono, a oggi il fronte del Brexit, dopo aver recuperato nei mesi scorsi, è più forte di qualche punto (si parla di 42% per il no all’uscita e il 46% per il sì, con i restanti che sono indecisi).
Qualcuno è andato anche a studiare i bookmaker che pagano la non Brexit a 1,4 contro i quasi 3 dell’uscita. Quindi per i bookmaker la Gran Bretagna non uscirà dall’Europa.
La verità è che nessuno lo può dire con certezza, poiché i due schieramenti sono combattivi e si gioca sul filo del rasoio; vincerà chi riuscirà a portare gli indecisi dalla propria parte.
Pericoli per chi opera su EURUSD
Certamente c’è da operare con la massima attenzione e se possibile è meglio prendersi qualche giorno di tranquillità a cavallo del referendum britannico per settimana prossima.
Ma se proprio volete cavalcare la Brexit (o Brexin, dipende cosa decideranno i britannici) allora questi sono gli scenari che noi immaginiamo.
Per maggiori informazioni sul voto e sul referendum, vi rimandiamo verso la BBC che ha dedicato varie pagine (oltre a questo tutorial) sulle votazioni.