Cattolica Assicurazioni
Cattolica Assicurazioni

Il consiglio di amministrazione di Cattolica Assicurazioni ha approvato l’aumento di capitale da 500 milioni come richiesto dall’IVASS; sabato ha avuto inizio, quindi, un nuovo capitolo per l’assicurazione di Verona.

Sarà Generali a entrare nel capitale e versare sin da subito 300 milioni, attraverso i quali il Leone di Trieste avrà il controllo sul 24,4% delle quote.

I restanti 200 milioni arriveranno successivamente, attraverso un aumento di capitale che sarà offerto a tutti gli azionisti e che Generali, per la quota in suo possesso, dovrà sottoscrivere con ulteriori (circa) 50 milioni.

Generali che entra nel capitale di Cattolica solo dopo il voto sulla trasformazione in SpA dell’assicurazione veronese; ciò per scongiurare quanto successo già a Berkshire Hathaway, di Warren Buffett, che nel 2017 acquistò il 9% della società, diventando l’azionista principale, ma senza il diritto di poter decidere cosa fare con la società stessa.

Ciò è stato posssibile perché Cattolica Assicurazioni è ancora oggi una assicurazione cooperativa, dove una testa vale un voto; quindi Buffett, dall’alto del suo 9% valeva quando la signora Lia con il suo 0,001%.

Con la trasformazione in SpA (definitiva dal 1 aprile 2021) cambia tutto ciò, il socio principale diventerà Generali, come già detto con il 24,4% e il secondo socio, fino ad aumento di capitale, sarà lo stesso Buffett che finalmente potrà esultare e dire la sua nei consigli di amministrazione.

Warren Buffett che ovviamente, se vorrà tenere la quota del 9% dovrà partecipare all’aumento di capitale.

Il processo ha vari ostacoli

Benché possa sembrare tutto molto semplice quanto fino a ora esposto, nei giorni a venire, alcuni azionisti di Cattolica si sono intraversati sull’operazione.

Sono arrivati alcuni esposti per annullare la delibera che secondo un gruppo ristretto di azionisti sarebbe stata fatta senza rispettare i tempi necessari e quindi senza permettere a tutti i soci di poter intervenire.

Le rivelazioni dell’ex AD

Nel mentre l’ex AD di Cattolica, Alberto Minali, lancia accuse contro il Presidente Bedoni e il management di Cattolica.

In base alle rivelazioni fatte da Minali alla Consob, sono stati distribuiti avvisi di garanzia nei confronti del Direttore Generale Carlo Ferraresi, diventato nel mentre anche Amministratore Delegato, dello stesso Paolo Bedoni e al segretario del cda Alessandro Lai.

I 3 sono sotto il faro della Procura di Verona con l’ipotesi di reato di illecita influenza sull’assemblea.

Tra le accuse lanciate da Minali ci sarebbe quella di raccogliere voti a favore grazie a favori messi a disposizione solo dei soci disponibili a votare in linea con quanto desiderato dai 3.

Accuse gravi su cui la Guardia di Finanza ci ha voluto vedere chiaro e ha perquisito le sedi di Cattolica.

Ovviamente tutti gli attori, compresa Coldiretti tirata in ballo, sono pronte ad aderire a vie legali contro Minali.

Generali non è turbata dalle accuse

Tra le condizioni accettate da Cattolica c’era quella che Generali potesse tirarsi indietro in caso di fatti tali per cui il processo di trasformazione in SpA potesse essere messo a repentaglio.

Generali in data 4 agosto 2020 ha comunque deciso di procedere per la strada dell’integrazione sottolineando come a breve arriverà la richiesta verso l’IVASS per poter salire al 24,4% di Cattolica.

OPA Cattolica da parte di Generali

Alla fine Generali, dopo essersi portata fino al proprio limite già previsto in Cattolica, ha deciso che l’azienda ha del potenziale e ha offerto 6,75 euro ad azione per gli azionisti di Cattolica. Ciò con l’obiettivo di arrivare al 100% e al delisting dell’assicurazione di Verona.

Prezzo che include un premio del 15,3% sull’ultima chiusura e del 40,5% sulla media dei prezzi degli ultimi 6 mesi.

Spesa massima di 1,2 miliardi per le Generali che, qualora l’operazione andasse a buon fine, si rafforzerebbero soprattutto al nord Italia