Il tabacco è stato, tra gli anni ’60 e gli anni 2000, un must e un generatore di incredibili introiti per le aziende della filiera.
Grazie all’onda salutista sviluppatasi negli ultimi 20 anni, il consumo di tabacco nei paesi industrializzati è man mano calato. Ciò grazie anche agli interventi di natura legislativa che hanno impedito alle case produttrici di tabacco di potersi pubblicizzare.
Nonostante ciò, dopo un periodo di relativa calma, nelle serie TV prodotte negli ultimi anni, qualche protagonista si vede sempre con la sigaretta in mano.
Inoltre le ultime tendenze, come per esempio la sigaretta elettronica, hanno portato tanti tabagisti a lasciare definitivamente la sigaretta per come la conosciamo.
Quali sono le più grandi aziende al mondo legate al tabacco?
Diminuzione non significa però estinzione, inoltre le grandi aziende hanno saputo cavalcare l’onda del cambiamento uscendone, in alcuni casi, più forti di prima.
Queste sono le 5 aziende più grandi al mondo, in termini di capitalizzazione, quando parliamo di tabacchi.
Pos. | Azienda | Capitalizzazione (in miliardi di $) | Nazione |
---|---|---|---|
1 | Philip Morris International | 98,69 | Stati Uniti |
2 | British American Tobacco | 77,58 | Gran Bretagna |
3 | Altria Group | 74,96 | Stati Uniti |
4 | Imperial Brands | 15,93 | Gran Bretagna |
5 | Vector Group | 1,43 | Stati Uniti |
Dalla breve lista si possono notare subito due fattori:
- Le aziende più grandi sono negli Stati Uniti d’America e nel Regno Unito
- I veri player sono sostanzialmente 3:
- Philip Morris International
- British American Tobacco
- Altria Group
Philip Morris International
L’azienda è il principale attore mondiale del tabacco, anche se è nata solo nel 2008 da una costola di Altria.
Benché sia americana non commercia in america i propri prodotti. Per il mercato domestico è stato lasciato spazio alla società madre (Altria) relegando PM al commercio International.
Con 150 milioni di clienti in 180 Paesi, Philip Morris ha saputo ritagliarsi il suo spazio. I suoi 6 marchi risultano essere tutti presenti nella lista dei 15 più importanti brand mondiali.
Philip Morris è stata la più attiva nel cambiamento verso quello che definisce “futuro senza fumo“, cioè la possibilità di godersi del tabacco senza la necessità della combustione.
Il miglior prodotto di Philip Morris nel nuovo segmento è la sigaretta elettronica più utilizzata in Italia, cioè IQOS.
Lo spazio mondiale per la crescita di queste nuove soluzioni è enorme e Philip Morris sembra lo stia cavalcando molto bene.
Tra i brand di Philip Morris troviamo:
- Marlboro
- Merit
- Philip Morris
- Chesterfield
- Virginia Slims
- Diana
- ST Dupont Paris
- L&M
- F6
British American Tobacco
La principale aziende non americana nella produzione e vendita del tabacco è British American Tobacco, già grande storicamente ma che è diventata un colosso mondiale grazie all’acquisizione, molti anni fa, dell’americana Reynolds American.
Ciò ha permesso di aprire il mercato americano e una serie di mercati minori, oltre a mettere sotto al proprio cappello marchi di prim’ordine.
I marchi storici di BAT sono:
- Kent
- Dunhill
- Lucky Strike
- Pall Mall
- MS
- Nazionali
- Sax
- Lido
- Eura
- Stop
- Alfa
- Forte
- Italia
A questi, con l’acquisizione di Reynolds American ha aggiunto:
- Newport
- Camel
- Doral
- Misty
- Capri
- Natural American Spirit
Anche BAT si è sforzata negli ultimi anni per abbracciare il rinnovamento, ha infatti sviluppato il brand Vype e con l’acquisizione di Reynolds si è portata a casa Vuse. La piattaforma di vaporizzazione è chiamata Glo.
Altria Group
Chiudiamo la lista con Altria Group, ex casa madre di Philip Morris e ora concentrata solo sul mercato americano.
Sul mercato a stelle e strisce, senza la competizione di Philip Morris, che in realtà è ancora un partner, riesce a governare le scelte dei clienti. Con una quota poco inferiore al 50% del mercato, il brand di maggior successo è certamente Marlboro.
Altria ha risposto al declino del business delle sigarette classiche in modo leggermente differente rispetto alle due grandi regine. Certamente ha la propria piattaforma per il tabacco senza fumo (che in realtà è un’azienda dal nome Skoal, attraverso la quale produce Copenhagen e Skoal), ma Altria ha investito in altri settori diversificando gli investimenti.
Il principale veicolo con il quale ha seguito questa diversificazione è certamente SABMiller, che si è tradotto nel possesso del 10% delle quote di Anheuser-Busch InBev quando quest’ultima ha acquisito SABMiller.
Infine Altria ha investito nel 45% di Cronos Group, attivo nella produzione e vendita di marijuana/cannabis e il 35% di Juul, attiva nelle sigarette elettroniche.
Perché acquistare aziende legate al tabacco?
Ci sono sostanzialmente 3 motivi che inducono a investire in queste aziende nonostante il declino del mercato di riferimento.
Sigarette elettriniche
Al di là di essere un business profittevole che ha i propri zoccoli duri (dopo 20 anni chi doveva smettere di fumare ha già smesso, chi rimane è perché vuole fumare), l’evoluzione tecnologica sta portando ad avere nuovi clienti che si avvicinano alle sigarette elettroniche prima che a quelle classiche.
Marijuana/Cannabis
Inoltre il business delle cannabis è un mercato ancora verde (scusate per la battuta) e che può penetrare in varie parti del mondo man mano che i legislatori permetteranno l’apertura di locali adatti al consumo (tendenza in atto).
Dividendi alti
Infine un ultimo aspetto interessante sono i dividendi elargiti da queste società. Come già detto il business è profittevole e a guadagnarne sono anche gli shareholders di queste aziende.
Ai costi attuali i dividend yield sono:
- Altria – 8,33%
- British American Tobacco – 6,77%
- Philip Morris – 6,55%