Alla fine è arrivata la lettera da parte dell’Unione Europea e, come sottolinea Corriere Economia, benché contenga al momento solo domande, queste sono chiaramente indirizzate a capire come lo Stato italiano ha garantito i diritti dei privati precedentemente concessi con un contratto.
In particolar modo, la Commissione Europea chiede a Roma di giustificare la propria condotta in tutta la questione legata alla revoca delle concessioni autostradali e in modo particolare mette nel mirino il milleproroghe che mina la stabilità del contratto sottoscritto da Atlantia con il Governo anni fa.
Una sciagura, come quella di Genova, deve certamente far emergere i responsabili, ma ciò non toglie che non può essere una scusa per una crociata contro la società concessionaria, tale da cancellare la certezza del diritto favorendo un attore pubblico al posto di uno privato.
Il passaggio più duro è certamente quello che recita:
Le modifiche normative introdotte dal decreto potrebbero costituire restrizioni alle libertà del mercato interno, in particolare la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei capitali
Lettera della Commissione Europea sul decreto Milleproroghe
Finalmente si muove quindi l’Europa, che era già stata tirata per la giacchetta da Atlantia prima dell’estate 2020.
La Commissione sottolinea come il decreto, diventato legge in primavera, non può congelare il precedente accordo sulle tariffe autostradali, né cambiare le norme per le quali può essere revocata la concessione concedendo un indennizzo minore (o pari a zero), cambiando a posteriori un contratto del 2007.
Inoltre questa modifica viene vista, giustamente, come una leva di forza per poter mettere all’angolo gli attuali concessionari per poter trattare e subentrare senza rimborsare adeguatamente quello che sembra una nazionalizzazione.
Da qui nascono le domande poste dall’Europa all’Italia, si legge:
Le modifiche normative in questione sembrano essere tali da incidere sulla posizione di coloro che hanno fatto affidamento sul precedente regime di concessione.
L’Europa ci vuole vedere chiaro sui motivi che hanno portato al Milleproroghe e non lo nascondono affatto:
In particolare, sulle disposizioni contrattuali potenzialmente più favorevoli in materia di indennizzi o estinzione anticipata. In che modo si accerterebbe la violazione degli obblighi del concessionario.
Da Bruxelles non nascondono certo le loro perplessità, chiedono “quali sono i motivi” e “in che modo si accerterebbe la violazione degli obblighi del concessionario“, per un decreto arrivato “in modo inaspettato” e senza “disposizioni transitorie o indennizzi adeguati“.
Infine, come se non bastasse, la Comunità Europea specifica chiaramente:
se fosse così potrebbero violare i principi della certezza del diritto
In definitiva tutta l’impalcatura messa in piedi dallo Stato per riuscire a portare via Autostrade Per l’Italia ad Atlantia senza dare nemmeno un euro ai Benetton potrebbe crollare come un castello di carte.