Rider Deliveroo
Rider di Deliveroo - Photo Credits TaylorHerring @flickr
  • Categoria dell'articolo:Trading
  • Tempo di lettura:4 minuti di lettura

Oggi è il grande giorno di Deliveroo, sbarcato in borsa nel Regno Unito e partito con un crollo sull’LSE. Non capita spesso di vedere un tracollo del 30% alla prima giornata di contrattazioni, soprattutto se l’azienda e l’IPO sono così importanti come nel caso dell’azienda di Take Away.

Eppure i segnali c’erano già tutti, con i grandi fondi che ieri si registravano in fuga, il prezzo iniziale fissato nella parte bassa della forchetta (da 3,9 a 6,6 GBP), una raccolta che aveva come obiettivo 8,8 miliardi di sterline e che è stato ridimensionato nei giorni scorsi fino a 7,6 miliardi.

Il prezzo di collocamento stamane partiva da 390 pence (3,9 GBP) e durante la prima giornata è arrivato a 271 pence, con una perdita teorica del 30,51%.

A pesare è stata l’assenza all’asta dei fondi Legal & General Investment Management, M&G Investments, Aberdeen Standard Investments e Aviva Investors, i più grandi della Gran Bretagna che hanno bellamente snobbato questa IPO.

A pesare sui giudizi pare essere il modello di business di Deliveroo che presto potrebbe diventare poco sostenibile, a causa delle sentenze che obbligano le aziende ad assumere i rider (al di là delle questioni etiche). Inoltre c’è stata una novità per il mercato azionario britannico, cioè la divisione tra classe A e classe B delle azioni, con le classe A che hanno diritti di voto x20 e riservate al fondatore della piattaforma, Will Shu, che con il 6,3% delle quote controlla il 57,5% dei voti per i primi 3 anni, passati i quali tutte le azioni di Classe B verranno convertite in Classe A e quindi i diritti di voto si uniformeranno.

Novità poco usata nel Regno Unito (molto invece in USA) e che probabilmente è piaciuta poco agli investitori istituzionali britannici.

Suddivisione delle azioni che è stata autorizzata dalle autorità britanniche giusto un giorno prima dell’annuncio di IPO di Deliveroo, con una serie di deroghe, valevoli da questo mese in avanti, utilizzate per poter far diventare la borsa inglese come attrattore per le start-up. In periodi post-Brexit, la Gran Bretagna prova qualsiasi strada per riuscire ad attrarre capitali e queste deroghe vanno proprio in quella direzione, peccato che gli investitori pare non le abbiano viste di buon grado.

Non lo manda certo a dire Legal & General Investment Management, che comunica:

ci aspettiamo che Deliveroo non sarà quotato sugli indici principali, a causa della attuale struttura della classe di azioni. Per una questione di principio, continuiamo a fare pressione su Financial Conduct Authority sulla questione “un’azione, un voto” e abbiamo fortemente raccomandato che le imprese con un sistema di diritto al voto diseguale non vengano incluse negli indici principali. È importante proteggere le minoranze e gli investitori finali da un management scadente, che potrebbe causare una evitabile perdita di valore e di investitori

Legal & General Investment Management su IPO Deliveroo

Aberdeen Standard Investments sintetizza tutte le paure dei fondi:

Abbiamo deciso di non partecipare all’IPO di Deliveroo perché nutriamo forti dubbi sulla sostenibilità del modello di business della società, non soltanto a livello di trattamento dei lavoratori, ma anche in relazione alla governance aziendale in senso più ampio.

Andrew Millington di Aberdeen Standard Investments