Ne abbiamo già parlato, ma probabilmente più in ottica di investimento che di comprensione reale di ciò che stava accadendo.
Cerchiamo quindi di chiarire il perché il petrolio è finito sotto zero e soprattutto, capiamo se può succedere di nuovo.
Breve storia Contratti Future Petrolio Greggio WTI
Il contratto incriminato è quello con consegna di greggio in maggio; la scadenza di questo contratto è proprio il 21 aprile.
Un future non viene “generato” per magia un paio di mesi prima, ma viene emesso sul mercato anni prima di quando verrà scambiato.
Il funzionamento è molto semplice: un future viene emesso sul mercato e quindi pagato, questo ha una propria vita e arrivato a scadenza a fronte di un contratto c’è un barile fisico di petrolio.
I future servono a chi opera realmente con le materie prime (ENI, Saras, ecc) per coprirsi da oscillazioni dei prezzi del petrolio che possono essere imprevisti.
Per esempio, il future viene emesso sul mercato a 100 dollari, questo ha una propria vita e alla fine della corsa vale 25 dollari. Chi lo ha comprato a 100 dollari si è impegnato a pagare 100 dollari un barile, chi lo ha comprato a 25 si è impegnato a pagarlo a 25.
Ma il barile va comprato e prelevato, e qui nasce il problema. I future, creati per proteggere chi con il petrolio ci lavora, sono finiti a essere un quasi puro strumento finanziario. E qui nasce un secondo problema.
Ricapitolando:
Problema 1, il petrolio va comprato e portato a casa.
Problema 2, i future sono diventati degli strumenti finanziari.
Cosa è successo il 21 aprile del 2020
Semplice, chi aveva i future in mano, alla fine della corsa, erano operatori finanziari con “poco spazio in casa” e nessuna voglia di andare a prendere il petrolio (vi immaginate la faccia di vostra moglie se tornate con 10 barili di petrolio?).
I grandi operatori, quelli che negli altri mesi raccolgono i future a basso prezzo per poi riscattare realmente il petrolio in questo mese non se ne sono interessati e il motivo è presto detto: bassa domanda dovuta alla crisi di Covid-19 che ha bloccato gli spostamenti.
Ovviamente alle società che operano con materie prime conviene questo prezzo del petrolio (immaginate quanto ci guadagnerebbe Saras che compra petrolio per vendere benzina), perché è molto basso, la questione è che con bassa domanda bisogna stoccarlo e in questo momento i posti per stoccarlo sono già pieni, e chi ha ancora spazio lo fa pagare a peso d’oro.
Quindi è vero che converrebbe acquistare il petrolio fisico e mantenerlo finché il prezzo non si alza, ma allo stesso tempo è anche vero che il costo enorme per stoccarlo fa perdere questo guadagno.
In conclusione è successo che…
Chi aveva preso un impegno all’acquisto non aveva alcuna voglia di acquistare e chi, tipicamente, acquista sul serio, in questo momento, non aveva convenienza a farlo.
Gli operatori di finanza per non portare a casa il petrolio hanno iniziato a offrirlo a prezzi sempre più bassi e la domanda ha incontrato l’offerta solo a un prezzo tale che permetteva, a chi opera in materie prime, di normalizzare il costo di stoccaggio.
In definitiva = greggio venduto a -40 dollari, con tanti operatori di finanza che sono rimasti scottati e tante aziende che acquistano il bene fisico che hanno mediato il prezzo per stoccarlo.
Può succedere di nuovo?
In giro ci sono i contratti per il future di giugno che scade il 19 maggio. In quel giorno avremo altri operatori finanziari con contratti in mano e dipenderà da chi acquista materie prime se il prezzo scenderà sotto lo zero.
C’è da dire che il lockdown in tutto il mondo sta per essere eliminato, ma i siti di stoccaggio sono stracolmi e quindi difficilmente si vorrà riempirli ancora all’inverosimile.
C’è anche da dire che l’esperienza insegna e quindi nessuno aspetterà l’ultimo secondo per vendere i future, ma questo significherà che già da inizio maggio vedremo i prezzi del greggio scendere lentamente ma inesorabilmente.