Produzione di Petrolio
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  • Categoria dell'articolo:Trading
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Un crollo senza precedenti del prezzo del petrolio: un importante punto di riferimento internazionale del petrolio – West Texas Intermediate (WTI) – è precipitato a sotto zero il 20 aprile 2020, nel mezzo del più profondo calo della domanda degli ultimi 25 anni. La domanda è: come è potuto accadere e perché?

Analisi del prezzo del petrolio: cosa sta succedendo?

Il prezzo del WTI ha fatto notizia negli ultimi due giorni, essendo sceso a -40 dollari al barile a causa del forte calo della domanda dovuto alla pandemia di coronavirus. Il tracollo dei mercati petroliferi sta crescendo, poiché i produttori non hanno più posti dove immagazzinare le riserve di greggio indesiderate.

Il calo della domanda, l’eccesso di offerta e la mancanza di stoccaggio spingono il prezzo del petrolio in territorio negativo.

Per la prima volta nella storia, il West Texas Intermediate per la consegna di maggio, è sceso sotto lo zero lunedì. Martedì 21 aprile 2020, la vendita massiccia si è estesa al contratto WTI di giugno, che è sceso anche del 42% arrivando a sfiorare 10 dollari al barile.

Secondo le ultime notizie sul prezzo del petrolio, la volatilità continua. La diffusione di questo crollo ai futures che sono ancora lontani dalla loro data di scadenza, ha rivelato la gravità della crisi del mercato petrolifero. Gli impianti di stoccaggio, compresi gli oleodotti, i serbatoi e le superpetroliere, sono sopraffatti da un’enorme eccedenza di offerta, causata da una drastica carenza di domanda.

Mentre il mondo è bloccato per rallentare la diffusione del coronavirus, i voli rimangono cancellati, la gente resta a casa e parti dell’economia, che consumano molta energia, sono state chiuse. Tutto questo ha spazzato via la domanda mondiale di petrolio.

Ora stiamo assistendo a un grave squilibrio tra il petrolio in eccesso, mentre i produttori di petrolio continuano a pompare greggio dai loro pozzi, e il più grande crollo della domanda della storia.

Come guadagnare dal crollo del petrolio?

Cosa significano in realtà i prezzi negativi sul petrolio? Dato che gli impianti di stoccaggio del petrolio sono limitati e già pieni, i produttori di petrolio sono costretti a pagare i compratori per togliersi i barili indesiderati dalle mani. Anche se questo non è mai successo prima, non significa che non possa accadere di nuovo, dato lo stato del mercato.

Lo stoccaggio del petrolio di oggi dovrebbe produrre un profitto; questo è verso se si potesse immagazzinare il petrolio di oggi a questi prezzi, rivendendolo in futuro, magari a fine anno, quando il prezzo del greggio certamente salirà.

Il problema è che gli acquirenti devono considerare che i costi di stoccaggio stanno superando i livelli della crisi finanziaria. Bisogna tenere conto del costo del trasporto e di un impianto di stoccaggio dove tenerlo. Quindi, se stavate pensando di noleggiare una superpetroliera per tenere il vostro petrolio, le tariffe sono più che raddoppiate rispetto a un mese fa, il che rappresenta un costo enorme. 🙂

Scherzi a parte, certamente noleggiare una superpetroliera è impensabile, ma chi lo fa per mestiere sta incontrando problemi enormi. Il prezzo del petrolio è basso, la domanda quasi a zero e questo spinge il prezzo ancora più in basso; stoccarlo costa tanto, più del solito perché ovviamente c’è domanda per posti di stoccaggio, quindi quello che non si spende per acquistarlo si spende per stoccarlo, senza avere idea di quando questo petrolio verrà venduto.

Dopo il crollo dei futures WTI americani di lunedì, lo spread tra il contratto in corso e i contratti che scadono più tardi è molto più ampio del solito. Questo può spesso segnalare (come nel caso del petrolio) una mancanza di domanda a breve termine e un eccesso di offerta.

Il contratto future WTI di giugno, in scadenza il 19 maggio, è sceso del 42 per cento a quasi 10 dollari al barile. Finora, lo spread risultante è il più grande della storia.

Secondo Michael Lynch, presidente di Strategic Energy & Economic Research, “è il riflesso di barili fisici che non riescono a trovare facilmente acquirenti e che vengono venduti a prezzi in sofferenza. L’implicazione è che lo stoccaggio potrebbe essere più pieno del previsto, o che i compratori si aspettano che lo sia molto presto”.

L’OPEC ha tagliato abbastanza?

La prima caduta del prezzo del greggio è stata innestata, prima ancora della mancanza di domanda, proprio da Arabia Saudita e Russia che sono arrivati allo scontro senza trovare un accordo per il taglio della produzione tra fine febbraio e inizio marzo.

Tornando alle ultime notizie sui prezzi del petrolio, l’OPEC e l’organizzazione OPEC+ di vari paesi produttori di petrolio hanno concordato di tagliare quasi 10 milioni di barili di petrolio al giorno in produzione entro metà maggio, ma alcuni commentatori sostengono che entro metà maggio gli impianti di stoccaggio statunitensi saranno comunque pieni.

Per questo, quando il prossimo set di contratti a termine scadrà a maggio, potremmo vedere di nuovo dei movimenti molto strani nel prezzo a seconda del sistema di stoccaggio e della domanda, supponendo che gran parte del mondo potrebbe ancora essere bloccato o iniziare a uscire da un blocco del coronavirus.

Pertanto, analizzando l’attuale andamento del prezzo del petrolio, gli analisti prevedono una volatilità pazzesca per alcune settimane a venire.

Le azioni petrolifere sono sotto pressione

La volatilità del mercato e il calo senza precedenti del prezzo del petrolio influenzano in modo significativo le scorte petrolifere, mettendole sotto pressione. Ad esempio, le azioni di BP sono state duramente colpite negli ultimi mesi a causa della “guerra dei prezzi” del petrolio. Tuttavia, è interessante il fatto che nelle ultime due settimane si siano riprese.

La stessa cosa sta accadendo con la Exxon Mobil negli Stati Uniti. Sebbene il gigante del petrolio sia stato uno dei titoli di grandi dimensioni con le peggiori performance nell’indice S&P 500 dell’ultimo decennio, recentemente abbiamo visto un rimbalzo dei prezzi di circa il 30%. Ciò significa che i trader particolarmente interessati alle azioni potrebbero dare un’occhiata più da vicino alle singole compagnie petrolifere per individuare alcune interessanti opportunità di trading.

Senza andare tanto lontani, lo stesso andamento lo abbiamo visto per ENI in Italia che ha visto un deprezzamento mostruoso del prezzo, nonostante nelle ultime sedute stia tenendo molto bene.

Chi ne potrebbe giovare sono le società che lavorano il petrolio, poiché un minor prezzo di acquisto significa un margine di raffinazione più alto; posto ovviamente che i costi di stoccaggio non si mangino completamente questo guadagno. In Italia per esempio abbiamo Saras che è stata un po’ sull’altalena negli ultimi periodi, con i trader che non riescono a capire se valga o meno la pena di investirci.

Continua la massiccia volatilità

La volatilità del mercato petrolifero è in pieno svolgimento, il che è piuttosto intimidatorio. A meno che non si stia lì seduti a guardarlo secondo per secondo, può essere molto rischioso. Il prezzo del petrolio cambia così rapidamente che nessuno vuole essere dalla parte sbagliata del mercato. Tuttavia, c’è sempre la possibilità di sedersi sulla riva del fiume e aspettare che le cose si calmino.

È probabile che i prezzi si riprendano presto? Presumibilmente sì. Il calo negativo del petrolio si riferisce solo al prezzo per la consegna di maggio, che avviene tra la domanda più bassa e l’offerta più alta. Giugno è stato toccato, ma al momento il prezzo di 10 euro sembra aver tenuto. Ci si potrebbe aspettare una significativa ripresa del prezzo del petrolio una volta che la domanda di carburante per il trasporto aumenterà. Questo potrebbe accadere dopo la fine del blocco, ma la lenta ripresa dalla pandemia di Covid-19 potrebbe portare notevoli problemi ai produttori di petrolio.

Dato che il prezzo del petrolio è già sceso sotto lo zero, ci dovrebbe essere un punto in cui si prevede una ripresa e il prezzo finirà per rimbalzare. Prendetevi il vostro tempo e aspettate che la tendenza si inverta per vedere se c’è una certa forza nel petrolio greggio nel 2020.