“Vendi a maggio e vai via“, o nella versione originale in inglese “Sell in May and go away“, è un noto adagio del mondo finanziario che si basa sulla sottoperformance storica di alcuni titoli nel semestre “estivo” che inizia a maggio e termina a ottobre, rispetto al semestre “invernale” che va da novembre ad aprile.
Seguendo questa strategia, un investitore dovrebbe cedere le proprie partecipazioni a maggio e rientrare a novembre.
Sono in molti gli investitori che trovano proficuo proseguire tale strategia anziché rimanere nel mercato per tutto l’anno. Anche perché i mesi estivi, spesso, portano gli stessi investitori a non poter seguire correttamente il mercato, con il rischio di ritrovarsi spiazzati al rientro. A maggior ragione se consideriamo che, con l’arrivo dell’estate, i volumi si abbassano e la mancanza di partecipazione al mercato rafforza i grandi fondi che hanno più agio nello spostare i prezzi a proprio piacimento.
Origine della frase “Sell in May and go away”
Si pensa che la frase “sell in may and go away” abbia origine da un vecchio detto inglese: “Vendi a maggio e vai via, torna il giorno di San Leger”. Questa frase si riferisce a un’usanza di aristocratici, mercanti e banchieri che lasciavano la città di Londra e scappavano in campagna durante i caldi mesi estivi.
Il St. Leger’s Day si riferisce alla St. Leger’s Stakes, una corsa di cavalli purosangue che si tiene a metà settembre ed è l’ultima tappa della Triple Crown britannica.
I trader e gli investitori americani, che probabilmente trascorrono più tempo in vacanza tra il Memorial Day e il Labor Day, imitano questa tendenza e hanno adottato la frase come un adagio di investimento. E in effetti, per oltre mezzo secolo, i modelli del mercato azionario hanno sostenuto la teoria dietro la strategia.
Esempi nel mondo reale di “Vendi a maggio e vattene”
Rendimenti S&P 500 “Vendi a maggio” (maggio-ottobre):
Anno | S&P 500 “Sell in May” |
---|---|
2010 | -0,3% |
2011 | -8,1% |
2012 | +1,0% |
2013 | +10% |
2014 | +7,1% |
2015 | -0,3% |
2016 | +2,9% |
2017 | +8,0% |
2018 | +2,4% |
2019 | +3,1% |
2020 | -16,9% |
2021 | ? |
Ovviamente il 2020 fa eccezione, poiché in maggio eravamo in piena crisi da Covid mentre in autunno si è iniziata a vedere la luce in fondo al tunnel, almeno per quanto riguarda i titoli azionari.
Tralasciando l’indice S&P 500 e guardando al Dow Jones non possiamo non notare che, prendendo la media dal 1950 al 2013, ha avuto una media dello 0,3% nei mesi estivi e del 7,5% in quelli invernali. Forbes ha spiegato negli anni che questa differenza era data dalla differenza di volumi di scambio dei due periodi differenti.
Tuttavia, negli ultimi anni il Dow Jones non ha proseguito con questa statistica. Probabilmente ciò è dovuto all’avvento della tecnologia, con la capacità di operare da qualsiasi punto, anche dalla spiaggia.
Alternative al “vendi a maggio e vattene”
Invece di vendere a maggio e andarsene, alcuni analisti raccomandano la rotazione. Questa strategia significa che gli investitori non incassano i loro investimenti, ma variano i loro portafogli e si concentrano su prodotti che possono essere meno influenzati dalla crescita stagionale lenta dei mercati durante l’estate e l’inizio dell’autunno, come la tecnologia o la salute.
Naturalmente, per molti investitori al dettaglio con obiettivi a lungo termine, una strategia “buy-and-hold” (compra e mantieni le azioni per tutto l’anno, anno dopo anno, a meno che non ci sia un cambiamento nei loro fondamentali) rimane la strada migliore.