Nate come piccole realtà locali, gestite dai comuni di appartenenza per i servizi principali che svariavano dalla gestione elettrica a quella idrica o del gas, con interessi nel business della spazzatura e, in taluni casi, dei trasporti, oggi alcune delle ex municipalizzate sono dei colossi che valgono miliardi.
Vengono definite multiutility e ce ne sono 4, in particolare, che sono diventate veramente grandi e che appartengono, in alcuni casi, al FTSE MIB, quindi quotate in borsa e nel paniere principale:
Azienda | Comune | Fatturato 2019 | Capitalizzazione |
---|---|---|---|
A2A | Brescia | 7,3 mlrd | 4 mlrd |
Acea | Roma | 3,1 mlrd | 3,7 mlrd |
Hera | Bologna | 6,9 mlrd | 4,6 mlrd |
Iren | Torino | 4,1 mlrd | 2,9 mlrd |
Si tratta di società nate in contesti locali che stanno prendendo la via dell’internazionalizzazione.
Un esempio lampante ne è A2A, fresco firmatario della joint venture con i francesi di Suez, per lo smaltimento dei rifiuti industriali.
Ma non si tratta solo dell’internazionalizzazione ma anche di acquisire nuove società per arrivare ad avere una dimensione maggiore, come per esempio l’acquisizione di Ascopiave da parte di Hera; e la stessa società bolognese ha Aliplast, con interessi in Francia, Spagna e Polonia.
Tra queste quattro società solo Acea è un po’ più legata al territorio in cui si trova (la capitale), mentre Iren ha piano espansionistici in tutta Italia.
Conclusione
Nate come municipalizzate, queste quattro società hanno saputo superare i confini comunali per imporsi prima a livello nazionale e poi provare la strada internazionale.
Si tratta oramai di quattro big del listino milanese e non a caso fanno bella scena a Piazza Affari.
Inoltre l’ottica di espansione e di crescita che hanno può essere una buona occasione per investire del denaro con un possibile buon ritorno.