Ne avevamo già parlato nel nostro articolo che analizza il risiko bancario: con Intesa che ha acquisito UBI e con Unicredit impegnata con MPS, Banco BPM che rappresenta una ghiotta opportunità rimane senza pretendenti, a meno che non si facciano avanti BPER con lo scudo di Unipol.
Così è stato. O almeno così potrebbe essere.
Banco BPM, lo ripetiamo, è un ghiotto pasto per una serie di ottimi motivi:
- Manca un nocciolo duro di azionisti in grado di bloccare una scalata
- Guardando un po’ tutti i fondamentali sembra un po’ a sconto
- Ha un patrimonio netto superiore al prezzo di mercato
E proprio quest’ultimo punto è molto interessante poiché la differenza netta tra il patrimonio netto e il prezzo di acquisto rappresenta un goodwill da ammortizzare e con il quale ci si può pagare i costi di aggregazione ed eventuali svalutazioni. Operazioni bancarie che stanno prendendo sempre più piede, grazie anche al precedente creato da Intesa.
Unipol apre a un’aggregazione tra BPM e BPER
Fino a questo momento erano sempre state supposizioni di analisti o di giornalisti, oggi invece è arrivata la prima dichiarazione un po’ più seria che apre il tavolo al possibile gioco.
Nel dettaglio è stato Carlo Cimbri, AD di Unipol, ad aprire a questa possibilità, parlando di una possibilità “affascinante” che potrebbe essere approfondita “con grande attenzione” ma solo se “creasse valore e fosse coerente con gli interessi degli azionisti“.
Il valore del nuovo polo
Sarebbe realmente un’ipotesi affascinante quella dell’aggregazione tra BPER e BPM, ciò perché porterebbe a creare il terzo polo bancario italiano, alle spalle di Intesa e Unicredit.
Qualsiasi azionista va a nozze con l’idea di creare valore dall’aggregazione e in questo caso, oltre a BPER e BPM si può anche ipotizzare che le attività bancarie di Unipol vengano aggregate al nuovo polo. Si avrebbe un’aggregazione a 3: BPM, BPER e Unipol.
Ma tralasciamo al momento le attività di Unipol e capiamo insieme quanto potrebbe valere la sola aggregazione delle due banche locali; è lo stesso Cimbri a fare i conti e segnala come:
verrebbe a consolidarsi il settore bancario con un gruppo da 300 miliardi di attivi, prevalentemente nel nord Italia, con quote di mercato importanti nelle regioni più produttive del paese ed economie di scala estremamente rilevanti
Carlo Cimbri sull’ipotesi di aggregazione di BPER e BPM
Inoltre aggiunge:
I media riportano che in questo periodo Banco Bpm sta definendo le proprie strategie. Qualora dimostrasse prioritario interesse verso questa ipotesi penso che Bper non potrebbe che approfondirla con grande attenzione […] un progetto, che creasse valore e fosse coerente con gli interessi degli azionisti, raccoglierebbe il consenso degli stessi e del mercato
L’AD di Unipol sull’aggregazione BPM / BPER
Il peso di Unipol sulla decisione
A una prima vista disattenta potrebbe stonare il fatto che l’AD di Unipol parli dell’unione tra due banche che non gestisce.
Ma Unipol in questo caso avrebbe un gran peso poiché il primo azionista di BPER è proprio Unipol, che della banca modenese controlla il 18,9%.
Gli impegni di BPER
C’è da sottolineare comunque come BPER sta già affrontando un’aggregazione, cioè quella dei circa 500 sportelli ceduti da Intesa nella fusione con UBI; operazione per la quale gli azionisti della banca dell’Emilia Romagna hanno già dovuto mettere mano al portafoglio.
Un’aggregazione con BPM, vista la frammentazione degli azionisti di quest’ultima, vedrebbe BPER nel ruolo di cacciatore e la banca lombarda in quello di preda, quindi si potrebbero chiedere sforzi ulteriori agli azionisti che già hanno supportato le operazioni.
C’è anche da sottolineare che se si trovasse un accordo con il management dell’istituto milanese si potrebbe procedere con una newCo partecipata da entrambe le banche e che prenderebbe le quote delle due banche, quindi senza impegno particolare da parte degli azionisti.
C’è da aspettare per capire se questa operazione verrà fatta e come si procederà.