Short selling e dividendi
Short selling e dividendi
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Per far capire al meglio la logica alla base di quanto diciamo, prendiamo in esame un caso reale, con i dati di una delle principali banche italiane.

Gli ultimi dati di Unicredit, che chiude il 2020 con un rosso di 2,78 miliardi, portano a pensare alla banca di Gae Aulenti come un’ottima opportunità per andare short.

Al di là della convenienza nell’operazione, c’è però un aspetto da tenere in considerazione, cioè lo stacco del dividendo.

Unicredit come caso pratico

Prendiamo come semplice esempio Unicredit per far meglio comprendere cosa possa succedere alle posizioni short in caso di stacco di dividendo.

Il 2020 si chiude per la banca in modo contrastato, con una perdita importante (2,78 miliardi di euro) figlia degli accantonamenti per impatti da Covid.

In generale, lasciando stare gli ultimi dati, in considerazione di quanto avevamo detto poco tempo fa sulla stessa banca, e quindi sulla resa nel tempo dell’istituto di credito, poniamo di voler aprire una posizione short pensando che il nuovo processo, con l’eventuale integrazione di MPS (altra banca che perde denaro da anni), e al fatto che da anni si prova a risanare l’istituto con scarsi risultati.

Attenzione, non stiamo consigliando di andare short, ma ci serve un’azienda in perdita che stacchi un dividendo come caso studio. Quindi lungi da noi consigliare una posizione del genere.

Cosa succede alle posizioni short in caso di stacco del dividendo?

Fatte le dovute premesse e precisazioni, ponendo di voler aprire una posizione short su Unicredit, va considerato che questa azienda staccherà un dividendo in contanti da 300 milioni durante il 2021. Considerando che Unicredit ha 2.237,26 milioni di azioni, quindi un dividendo da 300 milioni di euro, diviso per il numero di azioni, equivale a uno stacco di 0,1341 euro per azione.

Il prezzo attuale di Unicredit si aggira intorno a 8,50 euro; poniamo il caso che la nostra valutazione dica che l’azienda è sopravvalutata e quindi ci aspettiamo un calo del valore delle azioni. Poniamo che, dopo aver analizzato i fondamentali e averla messa a paragone con la principale competitor, Intesa Sanpaolo, decidiate di andare in short perché pensate che il vero valore di Unicredit sia (per esempio) 7 euro.

Apriamo quindi, per esempio, una posizione in short da 1.000 azioni, equivalente a 8.500 euro.

Ora, per il prossimo mese, l’azione continua a girare intorno a 8,5 euro, quindi teoricamente non c’è stato nessun guadagno e nessuna perdita potenziale, però, a distanza di un mese, viene staccato il dividendo di cui sopra e quindi l’azione, da 8,5 euro, passa a 8,366 euro. A questo punto voi avreste, sulla vostra posizione, un guadagno di 134 euro.

Corriamo quindi a fare short su azioni che stanno per staccare un dividendo? No…

Voi siete in grado di fare uno short su un’azione perché quelle azioni vi sono state prestate da qualcun altro. Quindi, chi vi presta le azioni, ha il pieno diritto di ricevere il suo dividendo, e chi lo paga tale dividendo? Voi…

Quindi, ricapitolando, investitore X ha in portafoglio 1.000 azioni (non importa a quanto le ha acquistate) e ha diritto a 134 euro di dividendo (che poi verrà tassato); voi prendete in prestito tali azioni per fare lo short (i prestiti delle azioni vengono gestititi dal vostro broker) e quindi quelle azioni, teoricamente, vanno a qualcun altro (investitore Y) che nel mentre ha aperto una posizione long di 1.000 azioni (voi avete venduto a Y le 1.000 azioni).

A questo punto ci troviamo con X e Y che hanno entrambi 1.000 long su Unicredit e voi che avete -1.000 azioni nel vostro portafoglio. Ovviamente Unicredit paga il dividendo per 1.000 e non per 2.000, quindi paga il dividendo all’investitore Y, che dal suo punto di vista è l’unico ad avere le azioni. Chi paga il dividendo all’investitore X che ha prestato le azioni a voi per venderle? Voi…

Nel vostro caso è vero che la posizione passa immediatamente da 8,5 ad azione a 8,366 euro ad azione, quindi facendovi registrare un utile potenziale di 134 euro. Ma il vostro broker dovrà pagare il dividendo a colui il quale vi ha prestato le azioni, che nel registro di Unicredit non esiste più (perché le sue azioni le avete vendute voi).

I broker tipicamente hanno due tipi di comportamento:

  • Abbassano il vostro prezzo medio di ingresso da 8,50 a 8,366 e quindi a voi risulterà ancora 0, ma il vostro utile verrà girato a chi vi ha prestato le azioni
  • Mantengono i prezzi di ingresso e uscita per voi intatti ma vi prelevano dal conto 134 euro per pagare il dividendo a colui il quale vi ha prestato i titoli

In taluni casi, tipicamente con broker di basso livello, vi arriva una mail a distanza di qualche giorno, nella quale vi si chiede di chiudere la posizione.

Tutti questi movimenti per voi sono totalmente trasparenti (eccetto il caso in cui dobbiate chiudere), chi vi ha prestato le azioni non si renderà conto di nulla e il vostro broker si occuperà di mettere tutto apposto.

Chi va in short guadagna da uno stacco dividendo?

Come abbiamo visto no, perché comunque voi dovrete ripagare il dividendo a colui il quale vi ha messo a disposizione i propri titoli.

Quindi non pensate di fare i furbi perché non funziona affatto.

Come guadagnare con lo short?

Solo ed esclusivamente con il calo naturale del prezzo delle azioni.

Se avete acquistato le azioni a 8,5 e siete sicuri di venderle a 7, allora il vostro guadagno sarà nel calo del prezzo delle azioni.

Attenzione però, perché se la società dovesse decidere di pagare un dividendo da 1,5 euro, quindi portando immediatamente il prezzo da 8,5 a 7 euro, voi uscite dall’azione ma in realtà non avrete guadagnato nulla. Abbiamo già visto il perché.

Importante quindi, soprattutto se si va in short a leva, avere ben chiaro quale sarà il comportamento dell’azione per evitare di ritrovarvi fuori, senza gain e con il costo delle commissioni.