Un trend è una direzione imboccata dal prezzo di un bene o di un titolo. Nel trading, e in modo particolare nell’analisi tecnica, un trend è costituito da una trendline formata dai picchi dell’andamento del titolo stesso.
Quando i picchi sono sempre più alti si ha una trendline in salita e quindi un trend rialzista; quando i picchi sono negativi, sempre minori rispetto ai precedenti, si ha una trendline in discesa e quindi un trend discendente o ribassista.
Ci sono sostanzialmente due modalità per operare con trend e trendline, la prima è quella di seguire il trend, quindi, in caso di trend rialzista, acquistare su cali per vendere su picchi, l’altro metodo è quello dell’inversione, cioè, sempre nel caso del trend rialzista, aspettare il tocco della trendline di supporto per acquistare e vendere a un prezzo più alto.
Come funzionano le tendenze
Esistono vari modi per identificare un trend attraverso l’analisi tecnica. Ci sono molti indicatori tecnici, ma in particolar modo i trend si formano grazie al tocco di minimi (o di massimi) sempre maggiori.
L’identificazione di un trend chiaro si ha, nell’esempio di trend rialzista, quando i picchi superano i picchi precedenti e i momentanei cali non superano mai una depressione precedente.
Come possiamo vedere dall’immagine, prendendo come esempio l’indice Nasdaq 100, il supporto è composto da una trendline che fa registrare dei punti di depressione sempre maggiori, nell’esempio vediamo 10.311, 10.670 e quindi 10996, allo stesso tempo, benché i picchi successivi a quello da 12.467 siano leggermente più in basso, il valore di scambio attuale è nell’intorno di 12.749 quindi ben più alto dell’ultimo picco alto registrato; ciò implica che il trend è ancora attivo e al rialzo, che probabilmente ci sarà uno swing che farà leggermente deprimere i prezzi nei prossimi giorni ma che difficilmente si andrà sotto 11.500, almeno finché questo trend sarà ancora attivo.
Secondo la teoria di Dow, infatti, prima di registrare un’inversione di tendenza, i picchi massimi dovranno dimostrare di non riuscire più a raggiungere un picco precedente.
Nel nostro esempio, come vediamo, ciò era successo con il picco, e conseguente depressione, a 12.264, ciò aveva indicato una possibile inversione, ma già il picco a 12.417, incrementando l’ultimo picco, aveva dato indicazioni contrastate, la rottura di 12.417 avuta tra fine novembre e inizio dicembre ha confermato che il trend rialzista è ancora attivo e vegeto.
Come operare con un trend
Tipicamente, a fronte di un trend così fatto, nessun trader ama scommettere contro, perché statisticamente il rischio è molto alto; in questo momento, considerando l’esempio che abbiamo visto, si registra un timore a fare nuovi ingressi, i quali dovrebbero essere fatti su depressioni temporanee. In questo caso, per esempio, un buon ingresso potrebbe essere posto intorno ai 12.450, che è un livello leggermente più alto rispetto a ai picchi precedenti. Ciò con la consapevolezza, come abbiamo detto, che il prezzo potrebbe dirigersi sino a 11.500/11.600, quindi ingressi leggeri e pronti a incrementare su ulteriori depressioni.
Qualcuno potrebbe essere tentato di fare l’all-in a 11.600 ma non è una buona idea, perché benché la trendline sia chiara, nessuno esclude che possa essere rotta, quindi nell’intorno di 11.250/11.300 dovrebbe essere posto lo stop lose e non un ordine di acquisto.
Le tendenze possono essere ben sfruttate anche da investitori che utilizzano l’analisi fondamentale, ciò per il semplice motivo che, anche un’azienda con ottimi fondamentali e quindi proiettata al rialzo, ha comunque delle tendenze tecniche e l’analisi delle trendline (e di altri fattori tecnici) può portare ad avere delle indicazioni sui prezzi di ingresso.
Allo stesso tempo, alcune indicazioni dell’analisi fondamentale possono tornare utili nell’analisi tecnica. Se un’azienda ha utili sempre maggiori negli ultimi 4/6 trimestri, difficilmente il suo prezzo si troverà in un trend negativo; allo stesso tempo, un’azienda che continua a bruciare capitale, difficilmente potrà trovarsi in un trend positivo.
Andamenti dei trend
Per fare questo ulteriore esempio e per comprendere la complessità delle trendline, guardiamo questo grafico.
Si tratta dell’indice MSCI Europe e come possiamo vedere il trend rialzista, partito a maggio (canale rosso), ha trovato una rottura intorno a metà luglio, quando il picco negativo a 5.739 era ben inferiore ai precedenti posti intorno a 5.800/5.900. Inoltre, ulteriore conferma della rottura, è arrivata con il picco a 6.072 che ha solo sfiorato, senza romperlo, il precedente picco a 6.077.
Da quel momento è partita una tendenza piatta, denominata fase laterale (canale blu) che non può essere considerata un trend rialzista, benché sembrerebbe dal disegno, poiché, come vediamo, i picchi negativi sono variabili e non sono al rialzo.
Il triangolo verde fa intravedere una nuovo possibile trend rialzista ma la conferma la avremo entro metà gennaio, quando il prezzo dovrà rompere una delle trendline, di supporto o di resistenza, disegnando un nuovo picco, in alto o in basso, che ci farà comprendere qual è l’entità di tale trend.
Utilizzo delle linee di tendenza
Entrando nel tecnico, gli uptrends collegano una serie di bassi sempre più alti, creando dei livelli di supporto, mentre i downtrends collegano una serie di alti, sempre più bassi, che formano delle resistenze.
Appare ovvio quindi che in fase di uptrends saremo al rialzo supportato da una trendline di supporto, al contrario, con downtrends, saremo al ribasso con una chiara trendline che servirà da resistenza.
Continue modifiche alle trendline
Avete appena iniziato e notate che le vostre trendline vengono spesso rotte e quindi non sono valevoli? Non vi preoccupate, è normale.
Una trendline potrebbe essere rotta temporaneamente, con un picco che è superiore o inferiore rispetto alla linea di tendenza che avevate disegnato, ciò non è un particolare problema, a patto che il picco non superi, uno precedente.
Prendiamo come esempio l’ultimo grafico che abbiamo fatto vedere, cioè quello legato al MSCI Europe; guardatelo bene e studiate il canale verde, cioè la possibile tendenza che sta partendo.
Ora supponiamo che il prezzo si diriga velocemente verso sud, arrivando a 6.000. Questo farebbe sì che la linea di supporto che abbiamo disegnato non sia più valevole, perché pesantemente rotta, ma se il prezzo si fermasse a 6.000, senza superare il precedente picco a 5.651, ciò significa solo che dobbiamo ridisegnare la linea di supporto, ma il trend rimarrebbe positivo. Una conferma di ciò si avrebbe soprattutto se il prezzo poi recuperasse arrivando a sfondare il precedente picco a 6.500. In tal caso avremmo disegnato una canale quasi parallelo, con un trend che continua a essere rialzista.
Discorso invece molto diverso se il prezzo dovesse portarsi sotto i 5.651, in tal caso avremmo dei picchi negativi sempre maggiori, il che significherebbe che siamo in presenza di un’inversione con possibile formazione di un trend ribassista.
Quindi, in definitiva, non vi preoccupate se sarete spesso a ridisegnare trendline, perché è normale, la regola di base, per individuare un trend rialzista è che i picchi alti e bassi siano maggiori dei picchi precedenti; di contro, in un trend ribassista, i picchi alti e bassi siano sempre minori dei precedenti.