Autostrade
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Dopo quasi un anno di trattativa, forse, siamo al vero momento di svolta. Infatti nella data odierna l’assemblea degli azionisti ha deciso di accettare la proposta di Cassa Depositi e Prestiti, insieme a Blackstone e Macquarie.

Proposta che valuta il 100% della società fino a 9,1 miliardi, ai quali saranno da aggiungere incentivi dovuti al Covid e introiti per i mesi già trascorsi del 2021, che fa lievitare la cifra fino a circa 9,5 miliardi, cioè nella parte bassa della forchetta indicata dagli analisti che in questi mesi avevano valutato la società.

Dopo oltre 20 anni escono di scena quindi i Benetton e le autostrade tornano in mano allo Stato, che dovrà ora organizzarsi per una corretta gestione delle stesse.

Alla fine si sono allineati tutti, compreso il fondo TCI che era il più attivo nel dimostrare contrarietà. L’87% dei soci hanno votato a favore della proposta.

Il 10 giugno il consiglio della società approverà il passaggio suggellando il cambio di guardia. Nessun segnale da ACS che nei mesi scorsi si era palesato nella trattativa.

Ad Atlantia, l’azionista principale di Aspi, andranno circa 8 miliardi, mentre il restante sarà usato per provare a portare a termine il passaggio del 12% di Aspi in mano ad Allianz e ai cinesi di SilkenRoad.

Atlantia ha già de-consolidato il debito di Autostrade, il quale rimarrà in pancia ad Aspi. In capo ad Atlantia rimane un debito di circa 4,5 miliardi che da Ponzano Veneto potrebbero decidere di azzerare oppure mantenere per dirigere i soldi in ingresso verso altri lidi.

Rimane ovviamente in piedi il giudizio per i fatti di Genova, dal quale si attende la ricerca di responsabilità per quanto successo.