Iliad ha già dimostrato in passato, sulle offerte mobile, di poter mettere in difficoltà il mercato. 8,5 milioni di utenti sono già passati all’operatore francese sull’offerta mobile.
Ora la società transalpina, guidata da Benedetto Levi in Italia, ha messo piede nella rete fissa formata da fibra. Lo fa appoggiandosi a Open Fiber e a distanza di qualche settimana dall’annuncio possiamo fare delle valutazioni di ciò che rappresenta questo ingresso.
Iliad alle prove di grandezza
Partiamo dalla grandezza dell’operatore: appare evidente come rispetto ai competitor sia ancora in ritardo in termini di grandezza, i vari TIM, Vodafone e Wind-Tre hanno una dimensione, per clienti, per rete e per strutture certamente più grande.
Ma Iliad corre veloce e sta recuperando tutto il terreno, sul mobile l’ha praticamente già fatto, mentre sulla rete fissa ancora è tutto da costruire.
Merge con Vodafone Italia
C’è una strada che le permetterebbe di diventare grande in un colpo solo e Iliad l’ha già provata nei giorni scorsi. Si tratta dell’acquisizione di un altro player e Iliad ha fatto un’offerta da 11,5 miliardi per gli asset italiani di Vodafone. Offerta rispedita al mittente dalla società inglese.
Iliad, secondo i rumor, non ha ancora mollato il colpo e potrebbe tornare alla carica con una nuova offerta. Anche perché, guardando al market share, si tratta di un’operazione con molto senso a livello industriale. L’offerta da 11,5 miliardi potrebbe essere bassa, infatti molti analisti avevano valutato Vodafone Italia almeno 14 miliardi.
In attesa di comprendere quanto Iliad sia già penetrata nel mercato della fibra, questi sono i pesi degli ISP attualmente:
Operatore | Mobile | Fibra |
---|---|---|
TIM | 26% | 42% |
Wind – Tre | 27% | 14% |
Vodafone | 23% | 17% |
Iliad | 11% | – |
Fastweb | – | 15% |
Un eventuale M&A di Iliad con gli asset italiani di Vodafone porterebbe il nuovo operatore nascente ad avere un market share del 34% sul Mobile, diventando il leader di mercato, e del 17% su fibra.
Da escludere invece un merge tra Iliad e Wind-Tre poiché il peso del 38% raggiunto sul mobile potrebbe far storcere il naso all’Antitrust, con un’aggregazione troppo eccessiva del mercato.
Impensabile un’aggregazione con TIM, anche perché questa è in attesa di comprendere come procedere, tra divisione della rete e offerta di KKR.
Potrebbe avere senso di mercato invece un’aggregazione con Fastweb, che porterebbe l’operatore nascente ad avere l’11% sul mobile e il 15% sulla fibra. Ma Fastweb fa parte di FiberCop, di cui è socio, e la nuova rete di Iliad è su Open Fiber, quindi a livello industriale questo rappresenterebbe un problema, anche perché l’altro socio di FiberCop è TIM, di cui bisogna leggere i punti precedenti.
Infine c’è un’altra strada, cioè l’acquisizione di Tiscali, che ha una quota marginale sulla fibra, ma questa appare veramente come l’ultima spiaggia per Iliad.
Cosa può fare Iliad da sola
La scelta che pare più probabile, comunque, è quella di rimanere standalone, cioè senza aggregazioni e crescere sul mercato. L’offerta lanciata (15,99 euro per la fibra se abbinata a mobile) oppure 23,99 € / mese, appare molto aggressiva e tra gli 8,5 milioni di clienti mobile in tanti valuteranno il salto di operatore.
Inoltre un’offerta del genere va vista in abbinata mobile/fibra e il prezzo totale, per un cliente che decidesse di passare oggi su Iliad, sarebbe di 23,98 € (7,99 per mobile e 15,99 per fibra). In pratica al prezzo attuale di una fibra si ha il mobile “in regalo” (oppure 25,98 con l’offerta mobile a 120GB).
Nessuno ha un’offerta competitiva rispetto a questi prezzi, ciò significa che con il lancio della fibra Iliad potrebbe incrementare anche il proprio mercato mobile.
Un’eventuale operazione di M&A, posticipata di qualche mese, in tale circostanza, potrebbe avere maggior senso industriale ed essere accettata molto più volentieri dall’azienda target. Anche perché il mercato italiano è a somma zero, se sale un operatore scende qualcun altro, e le principali vittime, in tale condizione, potrebbero essere proprio Tiscali e Wind-Tre.