Ieri Goldman Sachs ha deciso di rivedere i rating delle banche italiane, promuovendo in particolare:
- Intesa Sanpaolo (da 2,1 a 2,4 il target price, da neutral a buy il giudizio)
- Unicredit (da 12,3 a 12,7 il tp con indicazione che rimane buy)
- BancoBPM (TP da 1,85 a 1,95 e indicazione neutral)
- BPER Banca (TP da 2,2 a 2,25 con indicazione buy)
- Monte dei Paschi di Siena (TP abbassato da 1,5 a 1,35 con indicazione neutral)
Il caso di Intesa Sanpaolo
Noi in particolar modo ci concentriamo sul primo titolo, cioè Intesa Sanpaolo, fresca di acquisizione di UBI Banca e che GS stima in miglioramento su tutta la linea.
Al momento Intesa Sanpaolo sta scambiando intorno a 1,852 e con il target price a 2,4 significa un potenziale guadagno di quasi 0,55 euro ad azione o, in termini percentuali, di una salita del 29,6%.
Tralasciando il target price, stupisce in modo particolare il conto sul monte dividendo, vero fattore sorprendente, perché GS prevede che la banca possa tranquillamente pagare il 70% dell’utile agli azionisti e, probabilmente, ipotizza anche qualcosa in più (75%).
Significa un rendimento di 0,17 euro ad azione e considerando che l’AD Carlo Messina ha più volte sottolineato che gli introiti del 2019 sono in cassaforte, e appena la BCE darà l’autorizzazione verranno distribuiti, significa un ritorno di circa 0,34 euro sui due anni 2019 e 2020.
Ai prezzi correnti significa avere un dividend yield del 18,35%. Un numero incredibile che isserebbe, con ogni probabilità, Intesa Sanpaolo sulla cima delle aziende che staccano un dividendo più alto; anche più alto di FCA che il prossimo anno dovrebbe distribuire un dividendo extra grazie alla fusione con PSA.
Tornando a Intesa Sanpaolo, la banca americana sottolinea come l’integrazione con UBI possa portare a un miglioramento dei conti per i prossimi 4 anni, con incremento degli utili (e quindi dell’EPS) precedentemente previsti, grazie a un calo dei costi e degli accantonamenti.
Certificati e derivati
Tutti contenti? Mica tanto…
Intesa Sanpaolo è una società spesso usata come base per certificati e per derivati. Uno stacco del dividendo, significa deprimere il prezzo del titolo dal momento dello stacco in poi.
I certificati che hanno come obiettivo il prezzo dell’azione a una certa data, quindi, saranno negativamente impattati da questo stacco gigantesco.