Netflix
Netflix è la TV del futuro
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Ieri per il servizio di streaming televisiva Netflix è stata una giornata da incorniciare, con un aumento del 16,85%. Aumento dovuto agli ottimi dati presentati nella trimestrale e, ancora di più, alla visione rosea per il futuro.

Dati che si basato sull’aggiunta di 8,5 milioni di utenti abbonati nell’ultimo trimestre del 2020, con un aumento dei ricavi del 21,5% e con un margine operativo che si porta al 14,4%.

In pratica siamo in presenza di un’azienda solida, che cresce e che continuerà a crescere grazie all’utile realizzato.

Utile leggermente in discesa rispetto allo stesso trimestre di un anno fa (1,19 dollari contro 1,30 dollari di 12 mesi prima).

Quello che però è piaciuto maggiormente agli investitori è la dichiarazione che, per produrre nuove serie e nuovi film, la società non dovrà più aumentare il debito ma può attingere interamente dal proprio cash flow.

Inoltre Netflix prevede di aggiungere ulteriori 6 milioni di abbonati nel trimestre in corso, il ché, unito all’aumento dei prezzi negli States e in alcune altre nazioni, porta a maggiori utili previsti e una previsione di aumento dei ricavi del 23,6%.

Goldman Sachs la prima ad alzare il Target Price

Non si sono fatte attendere le case finanziarie, con Goldman Sachs a guidare l’aumento del target price, portato a 710 dollari entro i 12 mesi (contro i 670 dollari precedenti).

La banca d’affari ha raccomandato di accumulare azioni Netflix, nonostante preveda dei rischi dati dall’ingresso di competitor e dall’aumento dei costi per le produzioni.

Il futuro per Netflix

Abbiamo già detto più volte che il mercato dello streaming è destinato solo a crescere, non può che esserci una sola direzione.

Inserito nel mercato tech, Netflix ha delle peculiarità specifiche che la portano a essere un’ottima scelta.

Partiamo innanzitutto dalla capitalizzazione, poiché nonostante l’aumento realizzato ieri il marketCap è di 260 miliardi, il ché fa semplicemente sorridere se pensiamo alle capitalizzazioni di colossi come Amazon, Google, Apple e Microsoft.

Netflix ha ancora molta strada da percorrere, sia in termini di clienti da acquisire che in termini di aumento dei prezzi del servizio e delle azioni.

Allo stato attuale il servizio offerto dall’azienda americana pare presentarsi come il futuro della televisione, con clienti da rosicchiare a vecchie società media che invece continuano a vedere clienti andare via.

Nel mercato delle serie tv, per esempio, in Italia Netflix ha rosicchiato clienti a Sky continuamente negli ultimi 2/3 anni e questo andamento continuerà per i prossimi anni. A maggior ragione considerando che altri player streaming (come Dazn e Amazon Prime Video) stanno sottraendo i diritti televisivi ai vecchi player.

Le nuove generazioni, i millennials e ancora di più la generazione Z (nativi digitali) non accettano più di guardare la TV live a meno che questo non sia per un evento live (uno sport, un evento live, ecc). Il passaggio all’on-demand è costante e continuo e su questo Netflix ha lo scettro del principale player.

L’unica vera alternativa mondiale è Prime di Amazon, con l’azienda di Seattle che però si concentra più su altri core business che sul mondo video.

Posizioni perse anche dal player storico, che aveva una posizione di vantaggio non indifferente, parliamo ovviamente di YouTube, che non è mai stato in grado di cambiare il modello del proprio servizio, facendolo evolvere verso uno strumento premium e quindi a pagamento.

Quanto può correre Netflix

Considerando il numero di clienti già raggiunti e la potenziale espansione, soprattutto in mercati dove ancora è poco presente, considerando la capitalizzazione di mercato e la posizione dei competitor, considerando la possibilità di diventare la vera TV del futuro per intere generazioni, noi crediamo che Netflix possa ancora quadruplicare l’attuale valore, con un prezzo dell’azione che potrebbe raggiungere tranquillamente i 2.400 dollari.

Questo nel giro di un paio d’anni, sempre che si riescano a tenere sotto controllo i costi e che si eviti di fare la corsa a diritti televisivi molto costosi e che sul lungo periodo non porterebbero grandissimi benefici.