La finanza, si sa, guarda oltre gli eventi e cerca di posizionarsi in anticipo su quelle che saranno le tendenze del dopo. Non sfugge quindi la rotazione in atto sui portafogli a causa della guerra tra Ucraina e Russia.
Come abbiamo avuto modo di vedere, analizzando le azioni migliori e peggiori da quando è iniziato il conflitto, ci sono delle tendenze, già avviate prima dell’inizio della guerra, che stanno accelerando.
Il volo degli energetici green
Il primo effetto che si è visto è come i grandi fondi stanno ruotando il portafoglio, puntando su quelle aziende che fanno del green il loro cavallo di battaglia per il futuro. Ecco quindi che le azioni legate alla produzione dell’energia solare e a idrogeno stanno già salendo e continueranno ancora a farlo.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche tutte quelle aziende che producono, vendono o trasportano Gas Naturale Liquefatto (GNL).
Il motivo è molto semplice: con le sanzioni comminate alla Russia è probabile che nei mesi a venire il Gas e il Petrolio avranno delle fiammate di prezzo, non sopportabili dal mercato che quindi cercherà delle soluzioni alternative e meno costose.
La trasformazione era già in atto nei giorni scorsi, a causa dell’elevata inflazione che stava strozzando le industrie europee, la guerra ha solo accelerato la svolta e dato l’opportunità ai fondi di investimento di allinearsi.
Questa una lista di aziende che potrebbero trarne vantaggio:
Azienda/Azione | Settore | Nazione |
---|---|---|
Air Liquide EPA: AI | Servizi | Francia |
Alerion Clean Power BIT:ARN | Rinnovabili | Italia |
EDP Renewables ELI: EDPR | Eolico | Spagna |
Encavis ETR: ECV | Solare | Germania |
ERG BIT:ERG | Rinnovabili | Italia |
ITM Power LON: ITM | Idrogeno | Regno Unito |
Nordex ETR: NDX1 | Eolico | Germania |
Orsted CPH: ORSTED | Eolico | Danimarca |
Siemens Gamesa Renewable Energy BME: SGRE | Ingegneria | Spagna |
Solaria Energia y Medio Ambiente BME: SLR | Solare | Spagna |
Snam BIT: SRG | Idrogeno | Italia |
Vestas Wind Systems CPH: VWS | Eolico | Danimarca |
Voltalia EPA:VLTSA | Rinnovabili | Francia |
La stabilità dell’energia fossile
Sembra assurdo, visto quanto abbiamo appena detto nel capitolo precedente, ma anche le fonti di energia vecchio stampo, quindi gas e petrolio, non dovrebbero avere grandi problemi.
Il motivo è presto detto: vero che si sta guardando sempre più al green ma è altrettanto vero che il mercato ancora richiede l’uso di gas e petrolio e sarà così per lunghi periodi ancora.
La carenza possibile di forniture da parte della Russia è una buona notizia per il prezzo delle materie prime, che non a caso stanno vedendo i prezzi a livelli che mancavano da molti anni. Il Gas è sui massimi di sempre e il petrolio ha appena toccato i 110$ a barile.
Nei mesi a venire queste fiammate di prezzo continueranno, permettendo alle aziende che hanno nel loro core business l’energia da fossili di allinearsi al nuovo mercato e di sviluppare le tecnologie necessarie per abbracciare ampiamente il nuovo corso.
Le aziende che non avevano investimenti importanti in Russia, quindi, accolgono con favore i prezzi che lievitano, e faranno molti più margini da reinvestire in tecnologia e impianti di nuova generazione. Un esempio è ENI, il cui prezzo, negli ultimi giorni, sta arrivando a dei prezzi che non si vedevano da tempo.
Ecco una breve lista di aziende di un certo spessore, che ancora producono molto sull’energia da fossili ma che hanno la capacità di cambiare le loro attività. Una della lista è già partita, facendo cambiare il proprio nome, da Total a TotalEnergies, così da far segnare anche simbolicamente il cambio passo.
Azione / Azienda | Nazione |
---|---|
BP LON: BP | Gran Bretagna |
ENI BIT: ENI | Italia |
Shell LON: SHEL | Olanda |
TotalEnergies EPA: TTE | Francia |
Le armi saranno sempre più importanti
È stata necessaria una guerra, ma finalmente l’Unione Europea si è resa conto di non poter affrontare il futuro con mille eserciti differenti, muovendo le proprie armi alla rinfusa. Si è quindi aperto un tavolo per costruire un esercito comune, non solo militarmente, ma anche in termini di politica di difesa e di adeguamento degli armamenti. Inoltre, come abbiamo visto in Russia e Ucraina, in caso di conflitto vengono anche attaccate le reti informatiche e la cybersicurezza entra, a tutti gli effetti, nella politica difensiva di un Paese.
Non è un caso che la Germania, pochi giorni fa, abbia deciso di portare la propria spesa in difesa dall’1,5 al 2% del PIL. Questa è certamente una buona notizia per le aziende che fatto della difesa il loro core business, ci si aspetta che altre nazioni seguiranno l’esempio, finché non sarà la Comunità Europea a coordinare questi investimenti.
Tra le aziende da seguire in questa sezione troviamo:
Azienda / Azione | Nazione |
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BAE Systems LON: BA | Regno Unito |
Hensoldt ETR: HAG | Germania |
Leonardo BIT: LDO | Italia |
Lockheed Martin NYSE: LMT | USA |
Rheinmetall ETR: RHM | Germania |
Thales Group EPA: HO | Francia |
I minerali, tra gioie e dolori
Altro mercato impattato dalla guerra è quello dei minerali, infatti la Russia è uno dei maggiori produttori ed esportatori di minerali di vario tipo. Con le sanzioni nei confronti del Paese dell’ex Unione Sovietica, diventa fondamentale andare a trovare i minerali necessari altrove.
Qui il mercato si spacca in due grandi parti: chi ha effettuato grandi investimenti in Russia negli anni scorsi ora è in forte difficoltà, invece chi ha impianti altrove sta gongolando osservando il futuro.
Puntare su aziende che hanno poco o nulla a che fare con la Russia, come per esempio:
Azienda / Azione | Nazione |
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Barrick Gold NYSE: GOLD | Canada |
Coeur Mining NYSE: CDE | USA |
First Majestic Silver TSE: FR | Canada |
Harmony Gold Mining JSE: HAR | Sud Africa |
Rio Tinto LON: RIO | UK/Australia |
Materiali per la ricostruzione
Per fortuna l’esercito russo sta colpendo solo in modo mirato, senza radere al suolo intere aree, quindi la ricostruzione sarà certamente più veloce e più semplice.
Ne potrebbero trarre vantaggio tutte quelle aziende che hanno nel loro core business la produzione di materiali per le costruzioni, a patto però che l’Ucraina rimanga libera e che (possibilmente) entri a far parte dell’Europa. Così non fosse, a causa delle sanzioni, sarà impossibile per le aziende europee partecipare alla fase di ricostruzione.
Alcune di queste aziende possono essere:
Azienda / Azione | Nazione |
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Buzzi Unicem BIT: BZU | Italia |
Caterpillar NYSE: CAT | USA |
Cement Roadstone Holdings LON: CRH | UK |
HeidelbergCement ETR: HEI | Germania |
LafargeHolcim SWX: LHN | Svizzera |
Saint-Gobain EPA: SGO | Francia |
Schneider Electric EPA: SU | Francia |
Wienerberger VIE: WIE | Austria |
Inoltre in Russia sono presenti 4 grandi produttori di acciai, i quali vivevano con l’esportazioni verso altri mercati. Con il blocco del loro lavoro, se ne avvantaggeranno certamente i concorrenti, anche in virtù dell’aumento dei prezzi su questi materiali che è in atto da mesi oramai. Quindi:
Aziende / Azioni | Nazione |
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ArcelorMittal AMS:MT | Lussemburgo |
Labrador Iron Ore Royalty Corporation TSE: LIF | Canada |
Reliance Steel & Aluminum NYSE: RS | USA |
Steel Dynamics NASDAQ: STLD | USA |
Tenaris BIT: TEN | Italia |
United States Steel NYSE:X | USA |