Elezioni americane
Elezioni americane
  • Categoria dell'articolo:Economia e Politica
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Oggi è il grande giorno in America, infatti i 328 milioni di abitanti americani sono chiamati alle urne per decidere chi sarà il futuro presidente degli Stati Uniti d’America.

Appare evidente, per il potere posto in mano a questa figura, che questa è una scelta che travalica i confini americani e interessa direttamente tutto il mondo.

I due principali sfidanti sono l’attuale presidente Donald Trump e il candidato democratico Joe Biden.

A onor del vero, oltre a Repubblicani e Democratici, esistono anche altri partiti, con relativi candidati. Qui una breve lista, ovviamente puramente indicativa poiché è praticamente impossibile che alcuno di essi abbia la benché minima possibilità di guadagnare anche solo uno Stato:

  • Partito Libertario: Jo Jorgensen
  • Partito Verde: Howie Hawkins
  • Partito della Costituzione: Don Blankenship
  • Vari partiti attivisti sulle libertà: Gloria La Riva
  • Partito proibizionista: Phil Collins
  • Partito dell’Alleanza: Rocky De La Fuente
  • Pane e Rose: Jerome Segal
  • Partito della Marijuana libera: Rudy Reyes
  • Partito dell’Unità d’America: Bill Hammons
  • Partito della Solidarietà: Brian T. Carroll
  • Birthday Party: Kanye West (sì, proprio il cantante)

Come seguire le elezioni americane

Partiamo dalla cosa più semplice, cioè come seguire le elezioni americane in Italia.

Innanzitutto gli orari: si voterà oggi, 3 novembre 2020, con l’inizio dello spoglio nella serata italiana. Al solito tutte le emittenti faranno dei talk show e dei programmi di approfondimento.

Negli ultimi anni, in particolare, molto seguite le #maratonamentana con Enrico Mentana in diretta da mezzanotte su La7 e gli approfondimenti di SkyTG24, anche esso in diretta dalla sera di martedì 3 novembre.

Probabilmente un’idea di vincitore l’avremo intorno alle 4/5 di mattina (orario italiano) con l’arrivo degli Stati chiave.

Le idee economiche di Biden e di Trump

Cerchiamo quindi di capire quali sono le idee economiche che metteranno in campo i due leader in caso di vittoria.

Idee economiche Trump

L’abbiamo già visto grazie al primo mandato: il presidente Donald Trump punta a una politica protezionistica, con la difesa delle aziende americane, sia sul territorio nazionale che internazionale.

Un chiaro esempio è la guerra dei dazi fatta partire con la Cina.

Inoltre Donald Trump prosegue una guerra fiscale per tutelare la ricchezza, con la tutela dei redditi più alti.

Dal punto di vista ambientale, Trump reputa l’evoluzione climatica come un intoppo da ignorare. Quindi largo spazio ad aziende che producono energia attraverso carburanti fossili, a discapito dell’onda green che sta investendo il mondo intero.

Idee economiche Biden

Al contrario, Biden è un democratico di vera sinistra, quindi riprenderebbe in mano l’idea di Obama, con largo spazio alla salute alla portata di tutti, con forti investimenti nello sviluppo di infrastrutture nel Paese e con un’accelerazione importante sulle tematiche ambientali.

Durante la campagna elettorale il leader democratico ha promesso 2 mila miliardi per investimenti nell’energia green.

Probabilmente non terminerebbe la guerra contro le altre nazioni per il diritto americano di tutelare le proprie aziende, ma certamente non arriverà ad avere posizioni oltranziste come Trump.

In caso di vittoria di Donald Trump

Lasciando da parte i partiti piccoli che obiettivamente non hanno alcuna possibilità di vincere, cerchiamo di analizzare cosa potrebbe succedere in borsa in caso di vittoria di uno o dell’altro candidato.

Iniziamo con il Partito Repubblicano che vede Donald Trump come candidato, quindi sarebbe una conferma per ulteriori 4 anni dell’attuale presidenza.

Settore energia con Trump

In caso di vittoria di Trump il settore energetico avrebbe una ulteriore spinta verso le energie old style. Quindi nessun nuovo investimento sulla green economy ma spinta sulla old economy, con i produttori petroliferi che ne avrebbero un gran vantaggio.

In questo caso potremmo vedere titoli come BP, Royal Dutch Shell, ExxonMobil, Total ed Equinor, ma anche la nostra ENI, pronte a esultare.

Tutte aziende che hanno già dichiarato di voler puntare al green per il futuro ma che a oggi hanno la maggior parte della loro produzione ancora legata a energia non rinnovabile.

Settore automobilistico con Trump

Per le case europee sarebbe un disastro la vittoria di Trump alle imminenti elezioni, ciò perché il tycon ha più volta messo nel mirino proprio i produttori auto del vecchio continente, a suo dire poiché farebbero svalutare il mercato dei produttori americani.

Particolarmente esposte sul mercato a stelle e strisce ci sono: Daimler, FCA, Michelin, Pirelli. Stesso discorso anche per i marchi asiatici, con Honda e Nissan che potrebbero essere i più penalizzati.

Ovviamente a guadagnarne, quantomeno per il mercato interno, sarebbero Ford e General Motors.

Comparto lusso con Trump

Donald Trump ha già dimostrato di non voler minimamente tassare i ricchi o comunque chi possiede molto denaro.

Il mercato del lusso quindi fa ampiamente il tifo per l’attuale presidente, con marchi come Burberry, Salvatore Ferragamo, Nike, Brunello Cucinelli, Louis Vuitton, EssilorLuxottica, Adidas, Tod’s e Tiffany che potrebbero navigare meglio con Trump.

In caso di vittoria di Joe Biden

Di contro, gli stessi settori già analizzati per Trump, si ritroverebbero in situazione diametralmente opposta in caso di vittoria di Biden.

Comparto energetico con Biden

La promessa di 2 mila miliardi di incentivi sull’energia rinnovabile è una bella spinta per tutti i titoli del settore green.

Per l’amministrazione Biden l’abbandono dell’energia attraverso combustibili fossili è una priorità.

A guadagnarne potrebbero essere SMA Solar Technology AG, Vestas, Siemens Gamesa Renewable Energy, Nordex, Iberdrola, RWE, National Grid, oltre a quei brand che già sono avanti con la trasformazione del loro business, giusto per fare un nome abbiamo ERG in Italia oppure Snam che sta puntando forte sull’idrogeno.

Con la vittoria del Partito Democratico e in particolare con i 2 mila miliardi, ci sarebbe uno tsunami di denaro in grado di arrivare anche ad aziende più modeste, come per esempio Nel, Ceres Power e ITM Power.

Comparto auto con Biden

Ovviamente a giovarne sarebbero i produttori europei, i quali vedrebbero cadere la spinta protezionistica nei confronti delle aziende a stelle e strisce.

Al di là del protezionismo, i vantaggi green proposti da Biden investirebbero anche il mercato automobilistico, con Tesla sugli scudi.

Ci sarebbe spazio anche per quella Volkswagen che recentemente ha messo sul piatto 60 miliardi per la trasformazione green della propria linea.

Particolarmente avvantaggiati potrebbero essere anche i player del settore batterie, con Johnson Matthey, Umicore e Varta che potrebbero avere buoni spunti.

Settore del lusso con Biden

Biden vorrebbe creare un sistema fiscale più proporzionale e certamente andrebbe a intaccare i portafogli dei più facoltosi.

Per questo motivo, in caso di vittoria del Partito Democratico, potrebbe vedere i player del comparto lusso perdere punti percentuali in borsa.

Chi non ha influenze dalle elezioni americane?

Ci sono dei settori che non propendono per una o per l’altra parte, si tratta di particolari mercati che, per fattori esterni o ciclici, non hanno particolare preferenza e che continuerebbero a macinare i loro fatturati.

Settore edile

Dopo una crisi come l’attuale, dovuta al Covid, l’espansione e la creazione di nuovi posti di lavoro deve necessariamente passare anche dal settore edile.

Diventa quindi indifferente la vittoria di uno o dell’altro partito, poiché certamente questo settore verrà investito da liquidità necessaria per far ripartire l’economia di un’intera nazione. Lo stiamo già vedendo in Italia, dove il Governo è stato molto celere a creare bonus al 110% per inondare il mercato di liquidità.

Aziende come per esempio Buzzi Unicem, HeidelbergCement e LafargeHolcim, piuttosto che Ashtead Group, CRH e Ferguson vedranno comunque incrementare i loro guadagni.

Se vogliamo proprio fare una scommessa, il mercato delle illuminazioni a led potrebbe avere una spinta in caso di vittoria di Biden, sempre grazie ai 2 mila miliardi per investimenti green; quindi attenzione a Illumina, Signify, Schneider Electric, Legrand e Rexel.

Comparto farmaceutico

L’idea di Biden è quella di dare accesso a cure a tutti gli abitanti americani, quindi potenzialmente potrebbe arrivare a calmierare i prezzi di alcuni medicinali fondamentali.

Trump all’opposto è sulla posizione di far pagare tutto il necessario ai contribuenti per sostenere le case farmaceutiche e indirettamente il lavoro delle stesse, soprattutto se queste case farmaceutiche sono americane.

Letta così appare evidente come il settore farmaceutico dovrebbe fare il tifo per Trump, ma è anche vero che maggior persone che si possono permettere delle cure equivale ad avere maggiori clienti.

Infine il particolare momento che stiamo vivendo e la crisi dovuta al Covid farà sì che queste posizioni siano fortemente calmierate, quindi sostanzialmente, nell’arco dei prossimi 4 anni, difficilmente ci sarà una differenza dovuta al vincitore di queste elezioni.

Tra le aziende che potrebbero avvantaggiarsi ci sono certamente AstraZeneca, Novartis, Roche Holding e Novo Nordisk.

Settore bancario e finanziario

Come al solito il mercato teme solo l’incertezza e se questa non dovesse verificarsi, se quindi avremo un vincitore chiaro e incontestabile, il settore bancario e finanziario si adatterà velocemente alla nuova corrente.

C’è giusto un accento che potrebbe cambiare e cioè il fatto che Biden potrebbe voler maggiormente regolamentare il mercato, oltre ad aggiungere qualche tassa per sostenere altre iniziative più popolari.

Trump di contro è molto liberale e lascia che sia il mercato stesso ad autoregolamentarsi.

Comunque, per sua natura stessa, il mercato finanziario si adatta e quindi nel medio periodo cambia veramente poco il colore dell’amministrazione americana. L’abbiamo già visto quattro anni fa, quando la vittoria di Trump sembrava la sciagura peggiore che potesse accadere: sappiamo che a distanza di 4 anni i mercati si sono adeguati.

Al di là delle banche americane, guardando al vecchio continente le banche maggiormente esposte in america sono: BNP Paribas, Banco Santander, Barclays e BBVA.

Comparto Tech

Esiste veramente qualcuno in grado di bloccare l’avanzata dei big tech? C’è da scommettere che qualsiasi sia il colore del partito vincitore delle elezioni americane del 2020, i big tecnologici avanzeranno senza problemi.

Ciò è certamente dovuto alla natura innovativa di tali aziende ma anche al fatto che il business è così distribuito in tutto il mondo che difficilmente il governo di una sola nazione sarà in grado di cambiare le sorti di aziende come Apple, Microsoft, Amazon, Google ecc.

Anche qui, su questo comparto, l’unica nota di differenza si potrebbe avere con la vittoria di Biden e successiva apertura a mercati internazionali. In tal caso aziende di semiconduttori (STMicroelectronics e/o Infineon Technologies) oppure aziende legate alla domotica e al green potrebbero avere dei vantaggi consistenti (esempio Home Depot). Vantaggio che si potrebbe estendere anche ad aziende asiatiche che sono state messe al bando ultimamente, come per esempio Huawei.